Un’altra morte sul campo di gioco e una nuova proroga per il Decreto Balduzzi

Lo scorso 14 gennaio un ragazzo di 25 anni ha perso la vita a Bari mentre stava giocando a calcio con gli amici. Si è accasciato al suolo accusando un malore ed è morto poco dopo, in attesa dell’arrivo del 118. L’impianto di gioco era sprovvisto del defibrillatore, una lacuna che ha impedito agli amici del ragazzo di intervenire immediatamente per salvarlo.

La morte in diretta televisiva del calciatore professionistico Piermario Morosini allo stadio “Adriatico” di Pescara aveva sensibilizzato tutto il paese, comprese le istituzioni che con il Decreto Balduzzi avevano posto l’obbligo per le società sportive di installare nei loro impianti un defibrillatore. Dal giorno dell’emanazione, il 13 settembre 2012, il decreto ha subito numerose proroghe con il termine ultimo che è stato spostato al 20 luglio 2016.

Il defibrillatore deve essere visto come un dispositivo che metterà in sicurezza gli atleti, i dirigenti e gli spettatori che frequenteranno l’impianto, che prima ancora sono nostri amici o famigliari. Concordiamo sul fatto che per le società sportive si tratti di una spesa importante, per un macchinario che nella migliore delle ipotesi non verrà mai utilizzato. Ma non comprendiamo la scelta di attendere l’ultimo giorno utile per mettersi in regola, rischiando di incappare in situazioni come quella di Bari.

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