Dopo la riviera romagnola e le spiagge pugliesi, anche Lazio, Liguria e Sardegna si stanno avviando verso il processo di cardioprotezione degli stabilimenti balneari, introducendo l’obbligo della presenza dei dispositivi salvavita. In Italia ogni estate sono tante le persone che perdono la vita in riva al mare, spesso per annegamenti dovuti a sottovalutazione dei pericoli e sopravvalutazione delle proprie capacità fisiche. Senza trascurare le problematiche relative ai soccorsi, non sempre tempestivi e a volte praticati da persone inesperte. Delle tre regioni che metteranno in sicurezza le proprie coste, la Sardegna è quella che si è mossa per tempo; sono infatti già dotati di DAE molte spiagge attrezzate e hotel che si trovano sui 1800 km di costa. La cardioprotezione diventerà obbligatoria per i circa 600 stabilimenti balneari e 300 hotel sardi, mentre per le spiagge libere saranno i comuni a doversene occupare. Nelle strutture sarà fondamentale la presenza di personale formato all’utilizzo delle macchine, grazie ai corsi BLSD.
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