Sabato 23 luglio un uomo di 56 anni residente a Castiglion Fiorentino, comune della provincia aretina, ha accusato un arresto cardiaco mentre partecipava alla sagra paesana di Chitignano. È successo alle 23:00, improvvisamente si è accasciato al suolo privo di coscienza e di respiro. Immediati i soccorsi del servizio sanitario presente per l’occasione e muniti di defibrillatore. I soccorritori hanno avviato le pratiche di rianimazione, nell’atteso dell’arrivo sul posto dell’automedica dalla centrale 118 di Bibbiena (AR). Dall’arresto cardiaco alla prima scarica del defibrillatore sono passati meno di 2 minuti e il malcapitato si è subito rianimato. Prima di mezzanotte l’uomo era all’ospedale San Donato di Arezzo, prima nella sala di emodinamica per una coronarografia e poi è stato mandato sotto intervento. Gli sono stati applicati degli stent e successivamente è stato messo in osservazione presso l’unità di terapia intensiva cardiologica.
Le sue condizioni ora sono stabili e il problema cardiaco di sabato sera dovrebbe essere definitivamente superato. Arezzo e Parma, due città italiane separate da più di 250 km, ma unite in questi giorni da due storie che sono state risolte positivamente dai defibrillatori. Gianni Botteri lo scorso 13 giugno era stato colto da infarto mentre si trovava al circolo Toscanini di Parma, in via Emilia Ovest. Oggi vuole raccontare la sua storia in segno di ringraziamento verso chi l’ha salvato e per sottolineare l’importanza del defibrillatore che da pochi giorni era stato acquistato dai gestori della struttura. Prima del malore nessun sintomo e aveva voluto contribuire all’allestimento della platea per la commedia dialettale in programma quella sera. L’impegno messo nello spostare le panche era tanto, nonostante le raccomandazioni dei presenti che lo invitavano ad andarci piano visto che un mese prima aveva subito un intervento chirurgico all’occhio. Di colpo è caduto a terra privo di sensi. Ecco il racconto di Gianni:<<Non ricordo nulla, nemmeno il risveglio in rianimazione di una settimana fa. Voglio ringraziare tutti i medici e il personale dell’ospedale che i miei famigliari mi dicono siano stati sempre gentili e premurosi, con me e con loro. E poi Gianna, la presidentessa del circolo e quella giovane dottoressa, mi hanno raccontato che sono intervenute subito e so che senza di loro sarebbe potuta finire male. Quello che è accaduto davvero non lo saprò mai, perché chissà dov’ero in quel momento>>.
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